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Psicosomatica: quando l’anima parla attraverso il corpo

Giu 30, 2021 | ansia e panico, problemi individuali, psicologia e quotidianità

Giampiero è un ragazzo di 33 anni con alcuni problemi di salute. E’ seguito dal suo medico per affrontarli al meglio. E’ curioso di sapere se c’è un collegamento tra la sua mente e la situazione esistenziale in cui si trova.

Cercherò di rispondere alla sua domanda.

Puoi trovare i miei consigli nel video e nel testo appena sotto.

Per fare una domanda al Dott. Tiziano Grosso basta mandare un’email all’indirizzo tizianogrosso@psycopraxis.eu oppure prenotare un appuntamento gratuito.

PSICOSOMATICA: QUANDO L’ANIMA PARLA ATTRAVERSO IL CORPO

Per comprendere la psicosomatica è necessario fare una premessa.

L’essere umano è per sua natura ilemorfico, è un essere vivente composto da materia e forma, cioè da corpo e psiche.

La psiche gestisce l’organico umano: lo stato psichico è primario sull’aspetto biologico.

 

L’uomo non può contraddire questa sua natura.

Ha una soglia di tolleranza che è elastica, ma oltre la quale il soggetto cede e muore.

Lo scopo principale dell’uomo è autoconservarsi coscientemente o inconsciamente. Tra queste azioni di autoconservazione c’è il mangiare, il bere, il respirare, il dormire. Se il soggetto risulta carente con sé stesso, la psiche agisce per istinto vitale inconsciamente e salva sé stessa.

Nell’essere umano troviamo:

  • un’ENERGIA PRIMARIA che corrisponde allo stato PSICHICO ,

  • un’ENERGIA SECONDARIA che corrisponde allo stato SOMATICO.

 Quando il soggetto è posto in conflitto e non agisce, entra subito a sua difesa l’alterazione organica, cioè l’organismo sacrifica la parte somatica e difende l’energia psichica che è quella più preziosa.

 

La medicina nell’affrontare la malattia si pone il problema della diagnosi e della terapia. Quando cerca di rintracciarne la causa, essa parte dagli effetti che si manifestano attraverso il corpo.

La psicologia si pone la domanda “perchè?” andando a cercare la causa direttamente dentro la mente del soggetto.

L’esempio che può essere fatto è quello di una persona che ha ricevuto un torto e comincia a pensare al torto subito, da chi l’ha subito e a quella situazione. La mente mentre pensa agisce e a lungo andare la persona sposterà la sua frustrazione su qualcosa che è più prossimo a lei, il suo corpo.

Mentre il soggetto pensa con odio continuo a quella persona, a quella situazione, oppure si trova sconfitto, consente una iperattività introversa che formalizzerà la malattia nel suo organismo.

Per curare quella malattia non soltanto dal punto di vista medico bisogna ritornare al soggetto, richiamarlo ai suoi pensieri che possono essere rintracciati nei sogni e nell’inconscio.

Molte malattie del corpo sono percorsi psichici sbagliati contro la propria natura.

Per questo motivo il malato deve essere responsabilizzato attraverso lo strumento della psicologia. Quando si è malati ci si deve chiedere se si sta sbagliando verso se stessi in qualche modo.

Molte condotte psicologiche del soggetto, che sul piano ideologico possono apparire indifferenti, alla nostra biologia sono disgreganti e a lungo andare possono generare disturbi di salute e malattie. Per avere la sanità dobbiamo uniformare i nostri modi mentali e le condotte sociali secondo le esigenze della natura.

Il processo psicosomatico è composto da tre tempi:

  • Accadimento del problema

  • Dimenticanza

  • Malattia

1° tempo: l’IO ha avuto un problema esistenziale che lo ha coinvolto totalmente e, per sua incapacità o per situazione esterna, non è riuscito a risolverlo, ha cercato di dimenticare. Ha rimosso tutto.

La persona è cosciente della propria sofferenza e incapacità a risolvere il problema, mentre nell’ambito somatico non c’è alcuna malattia. Il soggetto sa di avere un problema, non sa se riuscirà a risolvere. Ad un certo punto decide che non può affrontarlo e decide di dimenticare.

2° tempo: il soggetto non ricorda ed esclude tutti i riferimenti che potrebbero far ricordare il fatto. La memoria si è cicatrizzata e il soggetto si è autoimmunizzato per non soffrire.

Nella zona cosciente dell’IO è tutto libero, il problema non c’è più perché si è insabbiato. Secondo regole di autoconservazione il problema viene rimosso dalla coscienza (atto volontario di dimenticare), ma progressivamente si traduce in variazioni emotive o biologiche.

Il problema ha dissestato l’ordine della persona ed il disordine continua ad agire a livello inconscio. Non essendo stato risolto dal soggetto con responsabilità, il problema tende a nascondersi nella zona psicoemotiva e resta in incubazione a livello inconscio.

3° tempo: dopo un certo tempo, variabile da alcuni giorni ad anni, il problema che è inconscio al soggetto, si è somatizzato.

Il soggetto non percepisce nulla, ma il problema non scompare e continua a strutturarsi, finché va a finire nella parte organica.

Alla fine il male sfoga all’esterno in maniera manifesta ed oggettiva.

Questo processo in realtà è alimentato dallo stesso soggetto anche se a livello inconscio. Il soggetto ne ha coscienza, ma si sente innocente, non si sente responsabile e rimette al medico l’obbligo di aiutarlo.

Il malato non è colpevole in senso morale, ma in senso scientifico sì, perché non è stato esatto nel controllare e fare bene a sé stesso.

Lo psicologo-psicoterapeuta lascia stare la malattia e ricerca la causa insabbiata che ha prodotto il male e la riporta alla coscienza e alla responsabilità dell’IO adulto.

Riportandolo il problema in superficie, consente all’IO di comprendere, operare e metabolizzare in crescita.

Nella ricerca delle cause di una malattia è molto importante quindi risalire al primo granellino di “sabbia” che ha iniziato il disordine nel progetto originario di vita della persona.

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Chi sono

Sono Tiziano Grosso e lavoro da più di 30 anni come psicologo e psicoterapeuta a Perugia e Spoleto. La mia soddisfazione più grande è vedere la gratitudine e la gioia di vivere dei miei clienti dopo che abbiamo affrontato e risolto insieme i problemi che tanto li preoccupavano. Scopri di più sul mio lavoro!