3 consigli per uscire dalla dipendenza affettiva
Filippo è un ragazzo di 17 anni. Mi scrive perché crede di dipendere affettivamente dalla relazione con la sua ragazza. In questo momento sono entrambi in vacanza ma in posti differenti. Lui non riesce a godersi la vacanza perché pensa in continuazione a lei, che invece gli dice di divertirsi molto con i suoi amici. Mi chiede dei consigli su come riuscire a controllare le ‘paranoie’ e i pensieri ossessivi tipici della dipendenza affettiva.
Puoi trovare i miei consigli nel video e nel testo appena sotto.
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3 CONSIGLI PER USCIRE DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA
In parte è normale che Filippo si trovi insicuro nella relazione con la ragazza perché è un giovane adolescente che deve ancora migliorare la conoscenza di sé, del proprio Io, delle sue emozioni e sentimenti.
Certo è che fa piacere che un ragazzo così giovane sia interessato agli aspetti psicologici legati ai rapporti di coppia, i miei consigli per lui serviranno per incrementare la consapevolezza di sé in modo da sapersi rapportare al meglio con gli altri, anche nei rapporti di coppia.
I ragazzi adolescenti vivono un periodo di forti pressioni emotive legate alla ricerca di accettazione, anche nelle relazioni di coppia. Questi nuovi legami emotivi che si instaurano non sono facili da gestire perché non tutti i giovani hanno ancora le conoscenze o le capacità sociali adeguate.
1. MIGLIORA LA CONOSCENZA DI TE STESSO
Il rischio di mettere l’altro (la tua ragazza) al primo posto, nei pensieri, nelle azioni, è quello di non riuscire a godere dei momenti in cui si sta da soli e che sono necessari come quelli passati insieme.
Il dipendente affettivo dimentica molto spesso se stesso, non si conosce più, ha difficoltà a conoscere e riconoscere le proprie priorità al di fuori del legame di dipendenza, i propri interessi e le proprie inclinazioni, i propri valori profondi di vita. Tu che sei adolescente hai bisogno di conoscere più in profondità te stesso per instaurare da ora e nel futuro relazioni sane e gratificanti e per sentirti bene. Questa conoscenza è un gesto di amore e rispetto che dobbiamo portare avanti durante tutto il corso della nostra esistenza. Conoscendoci meglio, siamo in grado di trarre piacere da noi stessi e dalle attività che svolgiamo nella vita: impariamo cioè a fare ciò che ci piace e ci nutre profondamente. Puoi ad esempio scoprire da questa vacanza alcuni lati di te sconosciuti fino ad ora, passeggiate, avventure nella Natura, conoscere nuove persone, scoperta di nuovi luoghi. Tenerti attivo ti tiene lontano dai pensieri ossessivi.
Prendere consapevolezza di sé è il punto fondamentale per riuscire ad amare se stessi e ricominciare a vedere la propria bellezza: sono le basi per intessere delle relazioni sane, basate sulla reciprocità.
2. NON AVERE PAURA DELL’ABBANDONO
I comportamenti non sani che vengono messi in atto dal dipendente affettivo sono mossi dalla paura di essere lasciato ed abbandonato a se stesso. Il continuo desiderio della presenza dell’altro in qualsiasi cosa si faccia è dovuto a questa paura che lo rende sempre più insicuro e fragile. Il tentativo continuo di soddisfare le aspettative dell’altro e prendersene cura lo allontana da se stesso e dalle sue vere esigenze. Non è con la vicinanza dell’altro che si imparerà a superare la paura dell’abbandono. Piuttosto è bene compiere gradualmente piccoli e nuovi comportamenti: fare qualcosa da soli, imparare ad esprimere le proprie preferenze e il proprio disaccordo senza aver paura della reazione, imparare a dire “no” quando dentro di noi è “no”, imparare gradualmente a tollerare il senso di paura dell’abbandono, a favore di una maggiore capacità di autoaffermazione ed autodeterminazione.
3. SVILUPPARE LA FIDUCIA IN SE STESSI
Chi soffre di dipendenza affettiva non ha fiducia in se stesso e, di conseguenza, non ne ripone negli altri. Vive in un continuo conflitto interiore poiché l’altro è considerato indispensabile al proprio equilibrio e alla propria serenità ma contemporaneamente viene vissuto come una minaccia, una possibile fonte di dolore e di tradimento. Lavorare sulla propria autostima permette di aprirsi all’altro e vivere una relazione in cui ci si mostra come si è, curando il dialogo e la comunicazione che sono la base per costruire una sana fiducia.
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Chi sono
Sono Tiziano Grosso e lavoro da più di 30 anni come psicologo e psicoterapeuta a Perugia e Spoleto. La mia soddisfazione più grande è vedere la gratitudine e la gioia di vivere dei miei clienti dopo che abbiamo affrontato e risolto insieme i problemi che tanto li preoccupavano. Scopri di più sul mio lavoro!
Avrei una domanda che una sua risposta sicuramente chiarirebbe il mio carattere quindi anche alcune sofferenze
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